Project Description

PIGIAMI A RIGHE

Sinossi

Germania, anni quaranta. Bruno, otto anni, è un bambino dolce e spensierato che con grande disappunto è costretto a cambiare città e a trasferirsi con la sua famiglia in campagna, dove il padre, un ufficiale nazista, in seguito ad una promozione, deve svolgere il nuovo incarico. Ciò obbliga Bruno a lasciare la casa e gli amici che adora, e le sue paure di ritrovarsi solo vengono confermate quando essi arrivano in questa inquietante e isolata abitazione. Non ci sono altri ragazzi con cui giocare e gli si viene proibito di esplorare le zone dietro alla casa, dove è ubicata una strana fattoria che egli ha avuto modo di notare da una finestra di casa. Bruno ignora che quella fattoria è in realtà un campo di sterminio. Sfidando l’autorità genitoriale, incuriosito sempre più da quella struttura, un giorno si dirige di nascosto nel giardino ed arriva ad un recinto col filo spinato che delimita l’area dell’inquietante ‘fattoria’. Dalla parte opposta, i residenti indossano tutti un pigiama a righe e fra questi egli entra in contatto con Shmuel, un ragazzino ebreo internato; eccitato per aver finalmente trovato qualcuno della sua età con cui giocare, Bruno inizia a visitare quotidianamente il suo nuovo amico, mantenendo comunque il segreto su questi incontri con i genitori e la sorella. Nascerà una bella amicizia che, tra alti e bassi, verrà vissuta sempre con la paura di essere scoperti e la voglia di sostegno reciproco. Un giorno Bruno, proprio per aiutare l’amico, si reca dall’altra parte del recinto e, catturato e ritenuto anch’egli ebreo, andrà incontro a quella sorte crudele a cui l’amico ed un numero infinito di altri innocenti del campo sono destinati.

Note di regia

Gli orrori del nazismo, il pregiudizio, l’odio e la violenza sulle persone innocenti, in particolare i ragazzi, vengono vissuti attraverso gli occhi di un ragazzo tedesco di otto anni, figlio di un comandante nazista, e protagonista di un’amicizia proibita con un ragazzo ebreo imprigionato in un campo di concentramento.

Pigiami a righe’, partendo dalla storia romanzata raccontata da J. Boyne ne ‘Il bambino con il pigiama a righe’, si propone di evidenziare con adeguato realismo la crudeltà dei nazisti e le atrocità da essi compiuti per attuare quella ‘Soluzione finale’, quel folle piano di eliminazione sistematica di tutti gli ebrei. Per i nazisti, gli uomini, le donne e i bambini che arrivavano ai campi di concentramento non erano più esseri umani e non erano bestie ma numeri di cui disporre e sbarazzarsi a piacimento. ‘Piagiami a righe’ vuole sottolineare come la fabbrica di morte messa in moto dai nazisti ha privato l’essere umano della sua dignità. Poiché la storia tende a ripetersi, penso che sia importante che queste vicende vengano raccontate, in qualsiasi forma e da chiunque; con tutti i conflitti che ci sono attualmente, questa storia mi sembra attuale ancora oggi, così come in qualsiasi periodo storico. È giusto dunque meditare sulle atrocità commesse sui nostri simili per noi “che viviamo sicuri nelle nostre tiepide case, noi che troviamo tornando a sera cibo caldo e visi amici”, è giusto meditare e considerare “se questo è un uomo”.